GUIDO TONELLI, TRA I PROTAGONISTI DELLA SCOPERTA DEL BOSONE DI HIGGS NOI DEL CERN E LA CINA COMPETIAMO PER UN ACCELERATORE DI 100K

Nicola Rocchi, Giornale di Brescia, 8 ottobre 2019

Stasera a Capriolo uno dei nostri maggiori scienziati

Intervista a Guido Tonelli, tra i protagonisti della scoperta del bosone di Higgs

«Nel Sole e in una goccia d’acqua troviamo lo stesso tipo di turbolenza»

Professore, come nasce un universo? «Se vuole, posso darle la ricetta! Il primo ingrediente è il vuoto: serve uno stato di vuoto che fluttua quantisticamente, e poi un pizzico di inflatoni iniettati in una microscopica bollicina. Quella bollicina si espande e ne nasce un impasto di spazio-tempo e di massa-energia: uno stato di vuoto che ha subito una metamorfosi e ha preso una veste meravigliosa». Più si ascolta parlare Guido Tonelli, più aumentano domande e curiosità. Tonelli, 68 anni, docente di Fisica all’Università di Pisa, è stato un protagonista della scoperta del bosone di Higgs al Cern di Ginevra. È uno dei nostri maggiori scienziati e un ottimo divulgatore, capace di far dialogare la scienza con il mito, la filosofia, l’arte. Stasera, nell’Auditorium Bcc di Capriolo, nell’ambito del festival Rinascimento Culturale, presenterà il libro «Genesi. Il grande racconto delle origini», la narrazione affascinante della nascita del nostro universo, con gli occhi della scienza.

Prof. Tonelli, lei parla di «caos cosmico»: l’ universo a noi appare armonico, ma non è così… Il nostro universo è nato 13,8 miliardi di anni fa. Il punto di vista umano è quello di chi è arrivato da una frazione di secondo e cerca subito di dare giudizi e stabilire leggi generali. Crediamo di vedere un ordine perfetto, ma non ci rendiamo conto che sotto quest’ordine apparente ci sono fenomeni turbolenti.

Ad esempio? Il Sole, che pure è una stella tranquilla, visto da vicino è un coacervo di esplosioni termonucleari, di masse gigantesche che si muovono e ogni tanto lanciano nello spazio per milioni di chilometri getti di gas incandescente. Però anche una goccia d’acqua è cosi: nelle piccole cose che ci circondano, se potessimo vederle da vicino entrando nelle distanze subnucleari, troveremmo la stessa turbolenza.

«Micro» e «macro» raccontano la stessa storia? È una cosa sorprendente anche per noi. Al Cern usiamo grandi acceleratori per riportare in vita le particelle che popolavano l’universo primordiale. Dal canto loro, astronomi e astrofisici, guardando lontano con telescopi potenti, vedono le cose indietro nel tempo, poiché se una galassia è a un miliardo di anni luce di distanza, quella luce che arriva oggi è partita un miliardo di anni fa. A colpirci è il fatto che la descrizione dell’origine dell’universo fatta da noi fisici e quella degli astronomi coincidono. Questo dice che probabilmente le osservazioni sono corrette.

La scoperta del bosone di Higgs è il più grande progresso degli ultimi anni? Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto la fortuna di assistere a due scoperte epocali. La prima, neU’infinitamente piccolo, è il bosone di Higgs, ipotizzato fin dal 1964. Abbiamo scoperto il processo grazie al quale si è potuta costituire la materia aggregata. Pochi anni dopo, nell’infinitamente grande, la scoperta delle onde gravitazionali, teorizzate addirittura nel 1917, con l’annuncio che lo spazio-tempo è effettivamente una specie di struttura solida, materiale, che avviluppa l’universo intero e che può oscure e produrre onde.

Ci sono ulteriori particele da scoprire? Qui arriva la difficoltà. Attualmente, con il bosone di Higgs, la teoria che descrive la materia è diventata completa: lo chiamiamo Modello standard delle particelle elementari. Ma a questa teoria manca qualcosa. Non spiega, ad esempio, la materia oscura: un quarto di tutta la materia dell’universo è fatta di materia oscura, e non abbiamo la minima idea di cosa sia né di qua! particelle la compongano. Uno degli sforzi attuali, forse U più importante, è quello di cercare di agguantare questa fantomatica particella. Per questo progettate un nuovo acceleratore? Sì, e farà diventare un nano l’attuale Lhc, che misura 27 chUometri di circonferenza. Stiamo pensando a un gigante di 100 chilometri. Noi vorremmo costruirlo al Cern, i cinesi in Cina, c’è una grande competizione. Definirà la fisica del resto del secolo: per costruirlo ci vorrà una ventina d’anni, per sfruttarlo altri 30 o 40. Lei sa che a Brescia abbiamo un Ulustte filosofo, Emanuele Severino… Non solo lo so, sono amico e un grande estimatore di Severino. Severino afferma l’impossibilità del nulla. Lei, da fisico, come la vede? Nel libro spiego che l’universo nasce nel vuoto, ma che esso non va confuso con il nuUa. Il vuoto da cui nasce l’universo, in realtà, è pieno di mille possibilità. È pieno di materia e antimateria, di campi d’energia che fluttuano, quindi non va identificato con il nulla filosofico, l’assenza di ogni cosa. È per certi versi un nulla che è pieno di tutto.

Il festival Rinascimento Culturale

Ha riempito di pubblico teatri, chiese e auditorium della Franciacorta la sesta edizione del festival Rinascimento Culturale. La rassegna, diretta da Alberto Albertini, coinvolge i comuni di Palazzolo sull’Oglio, Erbusco, Travagliato, Gussago, Adro e Capriolo, con incontri che spaziano dalla filosofia alla storia, dall’arte alla scienza. Si prosegue fino al 29 ottobre: il programma completo può essere letto sul sito rinascimentoculturale.it. Tra i molti ospiti di rilievo, tocca stasera a Guido Tonelli, fisico del Cern, che presenta il suo libro «Genesi. Il grande racconto delle origini» (Feltrinelli, 219 pagine, 17 euro), alle 20.45, all’Auditorium BCC di Capriolo, in via IV Novembre.


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