Notizia da brividi: la GM farà pagare anche i fornitori in caso di auto richiamate
La notizia mette i brividi a chi lavora nel settore automotive. Dal 15 luglio General Motors applica un nuovo contratto ai propri fornitori: prevede rimborsi e penali in caso di richiami per sostituzioni di parti difettose, anche se i componenti erano stati prodotti secondo le specifiche di GM.
Questo perché potrebbe emergere un ulteriore problema di sicurezza “after-the-fact”, cioè dopo l’incidente, per una serie di concause collegate al design complessivo, all’interazione dei componenti tra loro quando in funzione. In pratica da oggi il fornitore deve anticipare queste influenze reciproche, e le possibili complicazioni, per correggerle, prima che si verifichino incidenti o malfunzionamenti.
Una richiesta gravosa per risolvere un impegno che i costruttori, ancora una volta, anziché assumersene la responsabilità, scaricano all’indietro nella catena di produzione, sulle spalle dei fornitori.
Il problema è emerso quest’anno quando Chrysler ha dovuto richiamare le Jeep Grand Cherokee costruite dal 1993 al 1998, e i modelli Liberty dal 2002 al 2007, per aggiungere un gancio di traino a protezione supplementare del serbatoio troppo vulnerabile nei tamponamenti, a rischio d’incendio, poiché posto sotto il paraurti e appena dietro l’asse posteriore. La campagna di richiamo iniziata a giugno e richiesta dalla National Highway Traffic Safety Administration, costerà all’azienda italo-americana 151 milioni di dollari. L’ente governativo chiede ai costruttori di auto di stare “within the zone of reasonable risk”, all’interno dell’area di rischio plausibile, sfruttando meglio la tecnologia, e di non limitarsi a rispettare quanto basta gli standard federali di sicurezza.
GM è già corsa ai ripari: anziché accogliere l’invito dell’ente ha inserito nei nuovi contratti di acquisto una clausola capestro.
Non contenta ha aggiunto la possibilità di ispezionare nel massimo dettaglio i conti: apparentemente per evitare i rischi di mancate consegne in caso di crisi finanziaria del fornitore, ma probabilmente anche per richiedere ulteriori sconti se si sta guadagnando troppo (ma quanto è davvero troppo? Quanto sono padrone nella mia azienda? Si può aprire un contenzioso infinito).
Sono notizie che fanno riflettere: spesso le crisi danno scuse e giustificazioni a chi vuole sfruttare le circostanze, a chi impone un rapporto asimmetrico, poco leale, alimentando un circolo vizioso e pericoloso che peggiora ulteriormente la situazione.
Lettera dall’Industria, pubblicata nella Pagina Economia (pag. 26) del Giornale di Brescia di Giovedì 22 agosto.