Le nuove sfide degli artigiani
L’industria contemporanea sta attraversando una serie di trasformazioni che l’hanno costretta a rinnovamenti, ridimensionamenti, diversificazioni, fino al trasloco di unità produttive o addirittura la loro chiusura. La pressione è notevole e costringe gli imprenditori a cambiare i metodi organizzativi, certamente a molti adattamenti quotidiani. All’interno di una catena della fornitura, la supply chain, più breve, oppure che cambia radicalmente, se vogliono mantenere la loro posizione anche i fornitori sono chiamati a garantire servizi sempre più articolati e flessibili, ad adattarsi al mutare continuo degli scenari.
Gli artigiani che riforniscono le aziende diventano micro aziende, imparano ad ampliare i loro orizzonti, a dotarsi di strumenti tecnologici avanzati. Migliorano la loro professionalità, sono attenti all’ambiente e cercano di prevedere piuttosto che inseguire, sono più sensibili alla formazione. Offrono un servizio per i loro clienti molto rigoroso, e collaborano per evitare in futuro eventuali errori o ritardi.
Lo stesso però non si può dire degli artigiani che sono rivolti al settore delle utenze private, delle famiglie, dei singoli. In questo contesto è molto più facile verificare ritardi, approssimazione, incuria, a volte anche comportamenti scorretti. Alzi la mano chi ha avuto esperienze negative nei lavori ricorrenti di riparazione, ristrutturazione e manutenzione.
Nel frattempo, per fortuna, gli utenti si stanno sensibilizzando, magari perché sono a loro volta inseriti in aziende, oppure perché dispongono di una maggiore quantità di informazioni (grazie alle nuove tecnologie). O ancora perché cresce la preparazione individuale, si fanno valutazioni più approfondite e si cercano alternative, senza dimenticare che si è molto più attenti ai risultati ed ai loro relativi costi. Per molti la CRM, cioè Customer Relationship Management, la gestione della relazione con il cliente, oppure il concetto di “fidelizzazione del cliente” rimangono sigle incomprensibili, oppure sono indici critici misurati esclusivamente all’interno delle grandi organizzazioni. Eppure andrebbero applicati anche da chi si rivolge ad una clientela capillare, ai privati, perché aiuterebbero gli artigiani a dotarsi di un modello organizzativo che li premierebbe nel lungo termine. Non è lontano il tempo dove ogni persona si comporterà come una micro azienda e privilegerà soltanto chi rispetterà determinati requisiti.
Si tratta anche di sopravvivenza. Non ci si può scagliare contro le concorrenze sleali, invocare supporti governativi oppure ipotizzare scenari apocalittici se gli artigiani per primi non si attrezzano ed aggiornano, se non offrono a tutti servizi trasparenti, sicuri, competenti, scrupolosi, puntuali, a prezzi ragionevoli.