Inglese: scolastico. Come demolire un curriculum

Curriculum di un ingegnere neolaureato. Inglese: scolastico.
Basta questa parolina per demolire una potenziale assunzione.
Si parla tanto di globalizzazione, internazionalizzazione, di inglese lingua universale, ma poi, quando si tratta di approfondire davvero le lingue, gli studenti sono pigri o superficiali.
Eppure hanno molto tempo libero; eppure oggi si può volare nelle principali capitali europee con qualche spicciolo, e trovare opportunità di soggiorno tanto infinite quanto economiche; eppure ci sono decine di possibilità per imparare e perfezionare le lingue straniere. Da adolescente prendevo le canzoni americane e inglesi che più mi piacevano e poi le traducevo in italiano. Capivo cosa dicevano davvero e intanto imparavo le frasi idiomatiche. Oggi guardo i film inglesi in lingua originale ma con i sottotitoli in inglese, così leggo quello che dicono, capisco meglio e soprattutto mi tengo allenato.
Le migliori aziende bresciane sono già internazionali, se sono eccellenti hanno sicuramente una notevole quota di export. L’inglese per loro è dato per scontato, ma non come lo parla Diego Abatantuono nei suoi film. Quello è appunto il livello “scolastico”. Crediamo tutti di conoscere l’inglese, perché è la lingua del web, è la lingua universale delle vacanze. Ma parlare bene l’inglese significa scrivere lettere, rispondere alle e-mail, capire una conversazione al pub tra due madrelingua. Essere ingegnere e conoscere bene due lingue garantisce un’assunzione al 100%. Anzi, ci si può permettere il lusso di scegliere l’azienda dove lavorare. Meglio porsi un obiettivo, ad esempio un esame da dare privatamente: aumenta la motivazione, dà una ragione ai propri studi.

Per non fare la fine di quella ragazza di Milano che, dopo un lungo viaggio per raggiungere in Inghilterra la famiglia che doveva ospitarla, scappandole la pipì da tempo appena entrata in casa chiede con urgenza alla landlady: “Can I go to the bathroom?”. Certamente. Peccato che il “bathroom” in Inghilterra non sia la “toilet” e che una volta entrata la ragazza non trovi un water ma solo lavandino e vasca. Ormai però non resiste più, non farebbe nemmeno in tempo a spogliarsi e a mettersi in vasca. Si abbassa il pantaloni, si issa sul lavandino, ma il peso lo sradica, e lei rovina a terra. Da fuori sentono i tonfi. Sfondano la porta e la trovano in una pozza di acqua, sangue e urina.

23 Febbraio 2013


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