Marco Rossari: Il sesso ai tempi della poesia
Scrivere di sesso è un terreno minato, riservato forse solo ai migliori. E comunque è sempre meglio evocare, suggerire. Ognuno poi riempirà e completerà come preferisce, in base al suo vissuto o ai suoi desideri. Si aggiunga che scrivere poesie che colpiscano e aggiungano qualcosa è sempre difficile, oggi spesso pare anche anacronistico, abusato, addirittura inutile considerati gli esigui lettori.
Combinare le due cose per scrivere poesie erotiche, parrebbe dunque addirittura una perversione.
E invece Marco Rossari, traduttore – tra gli altri anche di Alan Bennet – e editor, dopo l’esordio con il romanzo “Perso l’amore (non resta che bere)”, sorprende con una silloge dal titolo “L’amore in bocca”, che pubblica ancora Fernandel.
Una raccolta breve ma molto intensa, come l’incontro sul treno, furtivo e estremamente appagante, dei due protagonisti di un romanzo di George Simenon recentemente pubblicato in Italia. Ricca di richiami ai suoi maestri, Charles Bukowsky, Toti Scialoja e Sandro Penna, ma originale, mescola linguaggio contemporaneo, giochi di parole, rime, versi essenziali e densi, riferimenti colti e bassi.
Sono quadri di un medesimo sguardo ironico sullo scrivere e il comporre poesie, sull’amore, sulla relazione complessa e al contempo ridicola tra uomo e donna, che si evidenzia innanzitutto nel sesso, perché alla fine sembra che proprio lì, che soltanto lì, si raccolga e simbolicamente si rappresenti commedia e tragedia, miseria e nobiltà, corpo e spirito dell’umanità.
Il libro si chiude con la mini cronaca in prosa di una lettura/competizione di poesia, definita “fight reading” o “slam poetry”, il solito stratagemma anglofilo per rendere attuali, se non migliori, pratiche, tradizioni e vocaboli antichi, apparentemente semplici e superati. Anche questo frammento ha ottimi spunti, ma rischia appunto di diventare uno slam, una miscela confusa che meriterebbe un ulteriore e diverso svolgimento.
Marco Rossari
L’amore in bocca
Fernandel
Pagg. 124
Euro 12,00