Il Diecasting Day per risvegliare l’orgoglio del Made in Brescia
Dieci anni fa il settore della pressocolata a Brescia aveva grandi numeri e aziende, ma pochi in Italia e nel mondo percepivano realmente il distretto, l’importanza della città e del suo ricco tessuto industriale specializzato.
Oggi quelle aziende ci sono ancora, anzi sono aumentate, di numero e di livello, ma hanno il vantaggio di essere maggiormente conosciute, di essersi accreditate anche a livello di immagine, di “brand awarness” e di “posizionamento”, come direbbero gli esperti di marketing.
La svolta è stata una decisione che a quel tempo forse apparve circoscritta, e invece fu capace di generare un processo virtuoso: alla fine degli anni Novanta l’Università di Ingegneria fondò un laboratorio di pressocolata nonché un nuovo corso di laurea in ingegneria dei materiali. Le aziende locali risposero all’appello mettendo a disposizione due macchine, e progressivamente il riscontro fu sempre più ampio.Nacquero varie iniziative che avevano l’università come punto di riferimento o coordinamento: la fiera Metef-Fondeq, il seminario internazionale Diecasting Day, le riviste specializzate “Pressocolata&Tecnologia” e la “Guida dell’industria della pressocolata”; un portale dedicato all’alluminio; vari corsi di formazione presso la sede dell’università o quella dei committenti; la pubblicazione di letteratura tecnica. E naturalmente uno scambio quotidiano tra l’università di Brescia e le università e i laboratori all’estero, e soprattutto le aziende: per progetti di spin-off, ricerca, prototipazione, test e sviluppo.
L’università ha trovato terreni di dialogo e collaborazione, e ha raccolto adesioni e commesse molto velocemente, perché si è rivolta ad aziende già abituate all’innovazione, internazionali e addirittura leader. Nella pagina economica dei quotidiani locali leggo spesso profili di aziende bresciane che battono le multinazionali anglosassoni o giapponesi, che sono fornitrici di riferimento dei marchi più prestigiosi, che sviluppano, ingegnerizzano e industrializzano invenzioni sorprendenti, soddisfacendo i requisiti più esigenti.
Il Seminario Diecasting Day, giunto alla quinta edizione, ha dato la parola ai più importanti protagonisti contemporanei del settore. Da soli possono indicare lo stato dell’arte e gli orientamenti futuri del settore, dei trasporti e della mobilità, e di alcuni metalli elettivi, come appunto l’alluminio che sembra avere le caratteristiche ideali per affrontare le nuove sfide globali: riciclabile, leggero, flessibile.
La storia di questo seminario, insieme a quella delle altre iniziative citate in precedenza, potrebbe costituire un esempio per altri settori, ad esempio quello della plastica (altra eccellenza locale), addirittura per l’intera provincia imprenditoriale.
È infatti un tentativo riuscito di aumentare la consapevolezza locale, risvegliare l’orgoglio che oggi si scolora in un diffuso senso di frustrazione e impotenza, e contemporaneamente è la dimostrazione che si può creare una sorta di marchio, un “made in Brescia”, che tra l’altro esiste da tempo e di fatto, ma è nascosto in un genetico understatement, in un carattere diretto ma aspro. Un’eccellenza non sempre adeguatamente comunicata, e che dunque rischia di rimanere sottintesa.