Il ciclo del Nuovo Messico di Giorgio Scerbanenco
Dopo aver rincorso troppi inutili libri, ormai stanchi di pagine che non emozionano e non aggiungono niente, riconciliatevi con la lettura recuperando i romanzi di Giorgio Scerbanenco, ingiustamente accantonato dalla tipica esterofilia italiana che celebra (a ragione per carità) Simenon e il noir anglosassone svalutando però contemporaneamente la valuta locale che oggi nostalgicamente rimpiangiamo solo nel ricordare le vecchie lire.
Sellerio pubblica “La mia ragazza di Magdalena” e “Rossa”, due romanzi che fanno parte del cosiddetto “ciclo del Nuovo Messico”, western che avrebbero aiutato molti lettori e critici a non considerare “Senza sangue” di Baricco un capolavoro. Ma anche la musica di oggi è una serie di banali cover, tanto i giovani, i maggiori consumatori, sono tali e non conoscono le versioni originali, mentre nessuno riesce ad inventare una nuova bella canzone.A quel tempo Scerbanenco usava uno pseudonimo anglosassone, non era ancora conosciuto per i più famosi romanzi della Milano nera, ma sarebbe sbagliato considerare solo quelli come le prove migliori. I colleghi lo chiamavano “macchina per scrivere storie”, ma in tutte, anche le più brevi, usava un’eccellente tecnica narrativa, vicina alla sceneggiatura, e attraverso la cronaca leggeva l’intera società italiana, la sua evoluzione, i vizi e le virtù di persone sempre ordinarie, sia che fossero una vittima, un eroe o uno spietato criminale.
Anche i western hanno uomini in fuga da sé stessi, leggi personali più potenti di quelle ufficiali, praterie e canyon sostituiscono le periferie milanesi ma il luogo non è mai un’identità, le prostitute sono meticcie eppure incarnano sempre la grandezza femminile, la loro silenziosa superiorità.
E su tutto la solita inquietudine, quella dello scrittore, un tormento che nemmeno migliaia di pagine riuscirono ad annacquare.
Giorgio Scerbanenco
– La mia ragazza di Magdalena
Sellerio, Euro 10, pagg. 232
– Rossa
Sellerio, Euro 11, pagg. 312