Skellig di David Almond: Guardare il mondo con gli occhi di un bambino
Peccato che ci si occupi di letteratura per ragazzi solo quando interessa anche agli adulti, e allora diventa puntualmente un “caso”. Se non avesse vinto undici premi letterari (tra i quali la Carnegie Medal e il Whitbread Award), ma soprattutto se Philip Pullman e Nick Hornby non ne avessero parlato con entusiasmo, raccomandandone la lettura anche agli adulti, forse “Skellig” di David Almond sarebbe rimasta una fiaba oggi fuori catalogo (la prima edizione fu nel 1998).
Invece è stato ristampato da pochi giorni presso Salani – dopo che Mondadori ha smantellato un intero e prezioso catalogo perdendo appunto anche questo titolo – e nel frattempo è diventato una piece teatrale, un’opera lirica e addirittura un film di prossima realizzazione con Tim Roth nel ruolo del misterioso Skellig.L’autore è noto anche per alcuni romanzi come “Il grande gioco” e “Contare le stelle”, ma Skellig fu il suo primo racconto lungo dopo alcuni brevi pubblicati su riviste e antologie, un best seller che arrivò “out of the blue” come ha scritto lui stesso, cioè all’improvviso e inaspettatamente. Una favola moderna, leggera e delicata, avvincente e misteriosa, anziché tenere il lettore in sospeso con trucchi da film poliziesco procede per micro svolte e sorprese, con un grande rispetto nei confronti dei bambini e della loro sensibilità, forse il punto di vista più anomalo in un mondo che non li tutela e non li rispetta.
Il piccolo Michael si è trasferito da poco nella nuova casa tutta da sistemare, con accanto un vecchio e pericolante garage dove gli è proibito entrare. La sorella è nata prematura, ha una malformazione al cuore e si teme per la sua vita: i genitori sono comprensibilmente preoccupati e si dedicano a lei. Triste e da solo Michael perde anche il contatto con gli amici e la scuola, soprattutto quando scopre nel garage Skellig che anziché spaventarlo lo affascina e lo avvicina a una dimensione metafisica della realtà.
La magia di questo libro e della varie scoperte viene infatti dall’ordinario, dal quotidiano, anche grazie alla mediazione di Mina che sul suo sito lo stesso autore ha definito “il personaggio più importante della storia”: una sorta di Emily la stramba, una vicina di casa che non va a scuola, perché contraria alle gabbie didattiche delle lezioni, e cita William Blake a memoria, disegna uccelli e scheletri, modella la creta e ascolta i rumori impercettibili della natura e degli animali, insegnando a Michael il legame con il tutto, la forza dell’amore e dell’accoglienza, il rispetto di ogni forma di vita.
Per questo ha ragione Nick Hornby quando lo indica come “uno dei più bei romanzi degli ultimi dieci anni”, per questo dovremmo tutti guardare il mondo con gli occhi di un bambino.
David Almond
“Skellig”
Salani Editore
Euro 11,00
Pag. 151