La Gomorra di Roberto Saviano è purtroppo sempre attuale
Tutti i grandi libri sono difficili da classificare. E provocano sgomento.
L’uomo teme ciò che non conosce e si acquieta nella spiegazione. Se non la trova cresce ulteriormente l’angoscia che già ingolfa l’esistenza. Ma alla fine è ancora un libro a svelare che il re è nudo, a farsi voce della terribile verità, pazienza se questo implica un’ulteriore frustata di rabbia e paura.
“Gomorra” è un’inchiesta sulla camorra napoletana, sconvolgente perché vera e forse unica, ma è anche un romanzo, perché il giovane Roberto Saviano, impressionante per maturità e lucidità (non a caso laureato in filosofia), è un grande scrittore e la sua bravura oltrepassa i generi e le definizioni. Un blog sui libri ha definito la scrittura di Saviano “tridimensionale”, e infatti ricorda un oggetto appuntito che incide.
Le pagine sono costruite attorno a dati tanto precisi quanto spietati e ad una cronaca pazientemente raccolta, ma coinvolgono come negli intrecci più affascinanti. Infatti la malvagità che si legge non sarebbe di per sé garanzia di partecipazione emotiva. Una canzone di Sting dal titolo emblematico “La storia non ci insegnerà niente”, racconta che paradossalmente anche la morte di Dio non coinvolge, a meno che qualcuno, recitandone la parte, scavi un posto nel cuore dello spettatore.
È quello che appunto fa Gomorra rivelando nel frattempo meccanismi, ruoli, vincoli, codici, verrebbe da dire una “cultura” della criminalità ma sarebbe un tributo linguistico gratuito. Piuttosto una genetica, uno strato che si è accumulato nei muscoli e nei neuroni di un territorio e dei suoi abitanti, per tante ragioni anche se nessuna riesce a diventare una giustificazione, e che magari alla lunga rischia di diventare endemica di una nazione.
Certe logiche della camorra ricordano il meccanismo del “button pushing” come definì Gunther Anders il gesto di sganciare la prima bomba atomica su Hiroshima, una volontà di distruzione inconsapevole e amorale, iniziata proprio nella seconda guerra mondiale e in particolare con il nazismo, dove si esegue semplicemente un ordine e non c’è alcuna valutazione delle conseguenze. O ancora il “potlatch”, il dono agonistico degli indiani d’America, dove si consumano e esauriscono le risorse, incuranti degli effetti fino all’autolesionismo, fino a un suicidio implicito.
Saviano è ammirevole nel suo caricarsi di una grande responsabilità, riempiendo il vuoto lasciato dall’informazione e dalle istituzioni. Paradossalmente la sua amara denuncia diventa alla fine comunque un motivo di speranza, e il grido disperato che chiude il libro è fatto di carne e sangue, proviene da chi desidera vivere nonostante tutto.
(Recensione scritta poche settimane dopo l’uscita del libro)
Roberto Saviano
Gomorra
Mondatori
pagg. 331, Euro 15,50