Diario americano dagli stati del sud

1a parte

La fiera della fonderia americana si è recentemente tenuta a Orlando in Florida. Per contenere le spese e giustificare un evento biennale, l’associazione dei fonditori di leghe di metallo non ferroso, anche dette “leggere” per il loro peso specifico basso, si è unita a quella delle leghe ferrose (come ha fatto la bresciana Metef, macchine e impianti per alluminio primario e secondario, in programma dal 14 al 17 aprile a Montichiari, includendo anche Foundeq, macchine e impianti per ghisa e acciaio).
Il settore dei non ferrosi negli Stati Uniti è stato particolarmente colpito dalla crisi: lo scorso anno la forza lavoro si è ridotta del 35%, la produzione dell’8%. È nata una “Metalcasters Alliance”, un’alleanza dei fonditori di metallo per fare lobbying presso il governo. Eppure quella americana continua ad essere una “motor society”: i metalli leggeri dovranno avere un ruolo sempre maggiore perché riducono il peso dei veicoli, aumentandone il rendimento e diminuendone le emissioni. Nonostante siano stati i primi a stabilire certe regole sul consumo di carburante, non le hanno mai rispettate (la famosa norma CAFE sul rendimento dei veicoli – indicava il numero ideale di miglia che i veicoli dovevano percorrere per ogni gallone di benzina – risale al 1975).

I camion, le auto, le moto, devono essere come le macchine industriali: sovra dimensionate, facili da usare, semplici e razionali. Il miliardario e grande investitore Warren Buffet acquista una compagnia ferroviaria perché ritiene che la prosperità futura della nazione passi da un sistema ferroviario efficace. Ma la maggior parte degli americani continua ad utilizzare l’aereo e l’auto.

La scelta di Orlando per una fiera di fonderia non è stata felice: è una città nuova, dove qualsiasi edificio è costruito da poco, sembra di plastica con le torri degli alberghi che imitano lo stile rinascimentale grazie a coperture decorative di cemento. A Orlando si va per visitare Disney World o Sea World, i parchi di divertimento, quelli sì tutti di plastica. Le famiglie ci rimangono una settimana passando da Magic Kingdom a Epcot a Animal Kingdom.

Quasi tutte le fiere americane includono rigorosamente un weekend e sono itineranti: si accontentano vari Stati perché il territorio è vastissimo, e si privilegiano i luoghi di vacanza per combinare svago e affari. Ma così facendo ci si allontana dal North West, dalla zona elettiva della meccanica e dell’automobile mentre le aziende hanno tagliato i fondi per le trasferte, soprattutto se riguardano congressi e manifestazioni fieristiche. Alla fine lo spazio espositivo dedicato all’alluminio si è contratto ed occupava una posizione marginale, i visitatori erano scarsi.

Dai piccoli stand i venditori sembravano i “buttadentro” che nei centri commerciali decantano le offerte e spingono il passante ad entrare nei singoli negozi. Chiedevano ai rari visitatori:“are you a diecaster?”, “sei un pressocolatore?”, perché una figura professionale di solito considerata “sporca” e poco attraente è oggi diventata merce rara, protagonista di molti interrogativi sul futuro dell’industria americana.
Fine 1a parte

26 Aprile 2010


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